Riflessa nel finestrino del Glacier Express, la Svizzera sembra non finire mai. Così bella e diversa si rivela attraverso le carrozze panoramiche a tuta altezza del treno espresso più lento al mondo: quello che in sette ore mezzo porta da Zermatt a St Moritz. E regala un sogno.
Lo stesso che a occhi aperti ho iniziato a vivere da Brig, la cittadina del cantone Vallese, dove sono salito a bordo del convoglio a scartamento ridotto: e da quel momento in poi non ho più smesso di guardare fuori.
Non so se la mia sia la stessa emozione che provarono i settanta passeggeri quando, alle 10.30 del 25 giugno 1933, partirono con il primo Glacier Express. E undici ore dopo arrivarono a St. Moritz.
Di certo so che quel che la natura svizzera mostra attraverso il finestrino è meraviglia pura: paesaggi montuosi quasi incontaminati, gole profondissime, valli mozzafiato da vivere superando 91 gallerie e oltre 291 ponti.
Appena lasciata la stazione di Brig, il Glacier Express ha preso la curva a gomito lungo il fiume Rodano. E ha continuato a est nella valle superiore omonima: a forma di V, è davvero molto stretta. Alla fine della vallata, a Oberwald, ha raggiunto quota 1366 metri.
Proseguendo, il treno bianco-rosso ha raggiunto Andermatt dove, a 1436 metri di altitudine, inizia il passo dell’Oberalp. Incurante del pendio, il convoglio ha superato i 2.034, il punto più alto del percorso. È qui che sorge il fiume Reno.
Di solito, da novembre ad aprile, lo splendido paesaggio è ricoperto di neve e la strada chiusa. Poi, sempre lento, il Glacier Express ha iniziato a scendere verso Coira, la capitale del canton Grigioni: con i suoi 585 metri è il punto più basso del percorso.
In questa zona, tra Ilanz e Reichenau, dove il Reno ha intagliato in profondità le rocce bianche, la natura regala scenari incredibili: tanto che l’area è soprannominata il Gran Canyon della Svizzera.
Prima che il Glacier Express arrivasse a Disentis/Mustér, dove viene cambiata la motrice, è stato servito il pranzo: mentre il treno continua la sua corsa e la voce registrata che esce dalle cuffie del sedile racconta il viaggio, i pasti vengono consumati al proprio posto.
La parte finale del percorso si sovrappone con la prima sezione del Bernina Express. Qui, il treno su cui sono io ha cambiato direzione e si è diritto a Reichenau. Piegando a sud verso Thusis e Tiefencastel si attraversa la valle Domleschg, famosa per i suoi tanti castelli.
E adesso che il Glacier Expres si avvicina al viadotto del Landwasser, i miei occhi incollati al finestrino cercano un varco attraverso il riflesso dispettoso del sole che sfoca lo spettacolare ponte in pietra a sei archi.
Opera d’ingegno e grande abilità, supera la gola profonda in cui il torrente Landwasser scorre nel cantone dei Grigioni e immette nel tunnel dell’Albula dove, uscendo, si entra nella valle dell’Engadina.
Venti minuti dopo, il Glacier Express raggiungerà a St. Moritz. E il mio sogno finirà.
Per approfondire:
Wikipedia
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